Il concorso richiede di riflettere sui dogmi dell’abitare contemporaneo, per una società in rapida mutazione, in cui l’unica costante è l’incertezza. L’appartamento in questione si trova nella periferia di una città medio grande del nord Italia, all’interno di una palazzina senza alcuna qualità architettonica, e nessuno spazio aperto verso l’esterno. Un sistema di scaffala- tura attraversa l’intera abitazione, definendone gli spazi dalla zona giorno alla zona notte, in cui diviene una piattaforma per sorreggere l’ingombrante materasso sovradimenisonato. Attraversando tutti i vani dello scaffale, si incontrano le attrezzature del

salotto, dello studio, fino alla dispensa e all’armadio della camera da letto: il mobilio accompagna così lo svolgersi dell’intera giornata di chi vive l’appartamento.
Un sistema di pareti a soffietto e degli arredi con doppia funzione, permettono inoltre di separare la zona giorno in tre differenti vani: in modo da potersi adattare alle esigenze mutevoli e senza certezze di chi la abita, senza negare comodità e calore a chi è solo di passaggio. L’atmosfera evocata è volutamente ordinaria e richiama a un immaginario rassicurante, lo stesso porposto dai rivenditori di mobilio a basso prezzo dai quali si rifornisce la generazione di nuovi adulti.